Casse
di colmata
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Prima
delle casse di colmata...
Nel secondo Dopoguerra venne costruita la seconda zona industriale di Porto
Marghera. Da quel monumento iniziò una fase di espansione che portò
nel 1960 alla realizzazione di nuove strutture: si cominciò con l’escavo
del canale che collega il porto di Malamocco con la zona di S. Leonardo
a Marghera, che ha permesso l’arrivo delle petroliere alla zona industriale
(da Rallo G., “Guida alla natura nella laguna di Venezia – Itinerari,
storia e informazioni naturalistiche” ”, Franco Muzzio Editore,
Padova, 1996).
Per realizzare il Canale dei Petroli sono state anche cancellate delle importanti
tracce storiche, come l’antico “argine S. Marco”, una
possente opera costruita tra il 1534 e il 1543 per difendere la città
dalle tracimazioni del Piave (da Caniato G., “L’organismo delicato:
il governo idraulico e ambientale” in “La laguna di Venezia”,
CIERRE Edizioni, Verona, 1995).
Il primo tratto di questo argine era stato iniziato nel 1327, fra San Marco
in Bocca Lama e Campalto, con l’obiettivo di allontanare dalla laguna
centrale le acque dolci del Bottenigo e del Muson.
Un’altra testimonianza della storia veneziana scomparsa a causa della
costruzione del Canale dei Petroli (da Zanetto G., Calzavara A., “La
laguna tra residualità e modernizzazione”, in “La laguna
di Venezia”, CIERRE Edizioni, Verona, 1995) è l’isola
di San Marco in Bocca Lama, dove si trovava una chiesa del 960, successivamente
sostituita dalla chiesa di S. Marco nel 1320.
Dopo i lavori di deviazione del Brenta, che minacciava la sopravvivenza
dell’isola, l’attività riprese, e l’isola costituiva
un punto di riferimento importante per tutti coloro che, a causa della chiusura
della bocca di Fusina, erano costretti a passare in quella zona della laguna.
Durante la pestilenza del 1348 l’isola venne utilizzata come cimitero
per le innumerevoli vittime dell’epidemia (da “Relitti
dalla laguna di Venezia”, articolo reperibile nel sito
internet di Assonet,
Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione Network, e da Masiero F.,“Le
isole delle lagune venete – Natura, storia, arte, turismo”,
Mursia Editore, 1981).
Prima della realizzazione del Canale dei Petroli nella zone dove ora ci
sono le casse di colmata si trovavano barene e bassifondi solcati da una
rete di canali.
La
realizzazione delle casse di colmata
Il materiale proveniente dallo scavo del canale dei Petroli venne utilizzato
a partire dal 1963 per realizzare delle isole artificiali sulle quali
sarebbe dovuta sorgere la terza zona industriale: tale progetto prevedeva
inoltre l’interramento di tutte le aree barenose e vallive della
Laguna da Marghera a Chioggia, per ospitare la nuova area industriale.
I lavori vennero sospesi nel 1969 e la Legge
Speciale per Venezia del 1973 bloccò definitivamente
questo progetto, ma a quel punto erano già state realizzate tre
aree: le casse di colmata “A”, “B”, e “D-E”,
ad una quota media di 2 metri rispetto al livello del mare, per una superficie
complessiva di 11,36 Kmq, creata utilizzando circa 20 milioni di metri
cubi di materiale.
La costruzione delle casse di colmata ha sottratto spazio all’espansione
dell’onda di marea, con conseguenze sia sull’altezza dell’acqua
alta sia sull’efficacia del ricambio idrico.
Alcuni interventi per il ripristino delle antiche condizioni idrodinamiche
sono stati fatti dal Consorzio
Venezia Nuova, che ha realizzato l’escavo dei canali
Taglio Vecchio e Mattoni nella cassa di colmata “D-E”, e nella
cassa di colmata “B” i canali Volpego e Fiumesino, che ora
rendono possibile il collegamento tra il Lago dei Teneri e la laguna.
La
cassa di colmata “A”: flora e fauna
La cassa di colmata “A” si trova a ridosso della terraferma
a ovest, nei pressi di Macontenta ed ha una superficie di 155 ettari. Non
è collegata con i canali lagunari o con altri corsi d’acqua,
perciò l’acqua che si ritrova qui è solamente di origine
piovana.
All’interno della cassa è presente parte di un canale lagunare,
il Taglio dell’Aversa, che però è stato completamente
isolato dalla Laguna a causa dell’arginatura.
La parte che si affaccia sulla terraferma è pianeggiante e ospita
una vegetazione semisommersa, influenzata anche dalla presenza di due chiari
d’acqua piovana.
Le sponde sono ricoperte da Cannuccia di palude (Phragmites
australis), da Giunco marittimo (Juncus
maritimus), e Tifa (Typha
angustifolia).
Nel bordo interno si rinvengono invece la Gramigna litoranea (Thinopyrum
pycnanthum), l’erba mazzolina (Dactylis
glomerata), la Tamerice (Tamarix
gallica).
Numerose sono invece specie di uccelli acquatici nidificanti,
migratori e stanziali
che si distribuiscono nei tre biotopi
principali della cassa di colmata:
· Superfici a dolce pendenza, con rilievi sabbioso – limosi
più elevati: Fratino (Charadrius
alexandrinus L.), Corriere piccolo (Charadruis
dubius curonicus Gmel.), Calandrella (Calandrella
brachydactyla Leisl.).
· Distese semi – sommerse e zone marginali: Voltolino (Porzana
porzana L.), Gallinella d’acqua (Gallinula
chloropus L.), Cavaliere d’Italia (Himantopus
himantopus L.).
· Argini e sponde del canale chiuso interno: Tuffetto (Podiceps
ruficollis ruficollis Pallas), Tarabusino (Ixobrychus
minutus L.), Germano reale (Anas
platyrhynchos L.), Folaga (Fulica
atra L.), Cuculo (Cuculus
canorus L.) (da Rallo G., “Guida alla natura nella laguna
di Venezia – Itinerari, storia e informazioni naturalistiche”,
e Calzavara D., “Le casse di colmata della laguna media, a sud di
Venezia – VII. Ipotesi per lo studio fitosociologico della cassa D-E”).
La
cassa di colmata “B”: flora e fauna
La cassa di colmata “B” si trova al centro della Laguna media,
ed è raggiungibile solamente con le imbarcazioni. Ha una superficie
di 385 ettari.
E’ completamente ricoperta di vegetazione in fase di ricolonizzazione
soprattutto con il Pioppo bianco (Populus alba), il Pioppo nero (Populus
nigra), diverse specie di Salici (Salix spp.) e la Tamerice.
Come nelle altre casse qui si trovano la Salicornia (Sarcocornia
fruticosa), l’Agropiro, la Canna di palude e la Tifa, queste
ultime due soprattutto nelle zone dove sono presenti pozze d’acqua
temporanee e chiari di acqua dolce di origine meteorica.
Verso il Lago dei Teneri nidificano, tra gli altri, il Cavaliere d’Italia,
l’Albanella minore (Circus
pygargus L.) e il Cannareccione (Acrocephalus
arundinaceus).
Nella zona boschiva trovano il loro habitat di nidificazione l’Averla
piccola (Lanius
collurio L.) e il Pendolino (Remiz
pendulinus L.) (da Rallo G., “Guida alla natura nella laguna
di Venezia – Itinerari, storia e informazioni naturalistiche”,
e Calzavara D., “Le casse di colmata della laguna media, a sud di
Venezia – VII. Ipotesi per lo studio fitosociologico della cassa D-E”).
La
cassa di colmata “D-E”: flora e fauna
La cassa di colmata “D-E” è la più vasta (752
ettari) e presenta diverse
nicchie ecologiche.
Al suo interno sono presenti diversi acquitrini con acqua prevalentemente
piovana, anche se in casi di marea sostenuta possono esserci anche acque
salmastre.
Si trova nella parte centrale della Laguna media.
La vegetazione si è evoluta verso un tipo di flora dell’entroterra,
sempre meno alofila.
I raggruppamenti vegetali sono ancora in evoluzione e non possono essere
assimilati ad associazioni.
Anche in questa cassa di colmata si trova la Tifa, la Canna di palude, il
Giunco marittimo, la Salicornia, la Puccinellia (Puccinellia
palustris), Pioppi, Tamerici, Ruppia (Ruppia
maritima).
Per quanto riguarda l’avifauna, oltre alle specie già incontrate
negli altri ambienti qui sono segnalate delle specie rare, come l’Airone
rosso (Ardea
purpurea), che nidifica nel canneto (da Rallo G., “Guida
alla natura nella laguna di Venezia – Itinerari, storia e informazioni
naturalistiche”, e Calzavara D., “Le casse di colmata della
laguna media, a sud di Venezia – VII. Ipotesi per lo studio fitosociologico
della cassa D-E”).
Nelle casse di colmata si trova il massimo di salinità
nei suoli più bassi, mentre ai livelli superiori diminuisce, e arriva
a scomparire del tutto nei prati mesofili.
La vegetazione è in continua evoluzione verso caratteristiche sempre
meno alofile e questo processo, più lento nelle parti inferiori,
è arrivato quasi alla sua conclusione nelle zone più elevate,
anche se negli ultimi anni questa tendenza si è invertita a causa
dell’avanzamento della laguna dovuto all'abbassamento della costa
(bradisismo
positivo) (da Pignatti S., “La vegetazione alofila della
laguna di Venezia”).
Nelle casse di colmata B e D/E, oltre alla presenza di avifauna,
sono stati rilevati altri animali: sono presenti la biscia dal collare (Natrix
natrix) e la nutria (Myocastor
coypus), anche se in numero non elevato.
Zonazione
delle casse di colmata
Ogni cassa di colmata può essere suddivisa in tre aree in base alle
caratteristiche vegetazionali:
a) aree scarsamente interessate dai lavori di imbonimento e che quindi hanno
conservato i loro caratteri originari, rappresentati dalla vegetazione alofila
e dalla presenza di chiari ad acqua salmastra;
b) aree boscate, nelle quali sono presenti esemplari di pioppo, salice,
betulla: sono le zone più interne e rialzate;
c) le aree rimanenti costituiscono la zona più estesa: la vegetazione
in queste aree è di tipo mesofilo (es. Agropyron pungens), mentre
nelle zone più depresse si rinviene il giunco (Juncus sp.) e la cannuccia
di palude (Phragmites australis). Qui i chiari sono caratterizzati da una
salinità bassa (< 10%) che permette lo sviluppo del canneto.
Le casse di colmata, per la loro abbondanza di specie
ornitiche, rappresentano dei biotopi importanti a livello nazionale: ospitano
alcuni esemplari di tarabuso e numerosi individui di Airone rosso, specie
incluse nell’Allegato 1 della Direttiva CEE 79/409 (“Direttiva
Uccelli”).
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